Insufficienza renale
I reni sono due organi fondamentali che contribuiscono in modo sostanziale alla piena funzionalità dell’apparato urinario e sono oggetto di studio specifico del nefrologo. Questi organi, dalla caratteristica forma di fagiolo, sono posti nella zona lombare in maniera simmetrica, restando, rispettivamente a destra e a sinistra della colonna vertebrale.
Le funzioni dei reni sono molteplici, ma potrebbero riassumersi nel compito di mantenere fisiologicamente normale il rapporto di concentrazione tra le sostanze che devono essere contenute nel sangue e i liquidi circolanti nell’organismo, depurando il sangue stesso dagli scarti dei processi metabolici e dalle altre sostanze tossiche. A tal fine, i reni sovrintendono ai meccanismi metabolici delle ossa, provvedendo a stimolare il midollo osseo affinché assicuri un’equilibrata formazione di cellule ematiche e, in particolare, di globuli rossi. Sono proprio i reni, infatti, gli organi deputati alla produzione di un ormone, detto “eritropoietina”, il quale garantisce che un numero sufficiente di globuli rossi raggiungano il fisiologico grado di maturazione all’interno del midollo osseo: è per questo che anemia e disfunzioni renali sono spesso collegate e tendono l’una ad aggravare gli effetti dell’altra.
Sempre in funzione omeostatica (ossia a tutela del mantenimento di un equilibrio interno nell’organismo), i reni contribuiscono, altresì, a tenere sotto controllo la pressione arteriosa, tanto che problemi connessi a quest’ultima possono essere tanto la causa quanto la conseguenza di patologie renali e delle vie urinarie in generale.
Tra gli elementi che compongono i reni, meritano speciale attenzione i “nefroni”, delle unità filtranti di base presenti nel rene in numero notevole e costituite da piccoli vasi sanguigni (c.d. “glomeruli”) e da tubuli, deputati alla produzione di urina; questa è un liquido, normalmente di colore giallo paglierino, attraverso il quale vengono espulse le sostanze nocive filtrate costantemente.
Un numero piuttosto consistente di persone, tuttavia, spesso senza saperlo, presenta delle disfunzioni più o meno gravi nell’efficiente espletamento delle funzioni poco fa illustrate. Si parla di vera e propria insufficienza renale ogni qual volta si verifica un deficit nell’eliminazione delle sostanze tossiche per l’organismo (in special modo urea, creatinina, potassio, fosforo e acidi corporei) e/o non vengono assorbiti nella giusta misura i sali minerali (tecnicamente detti “elettroliti”) che permettono di mantenere costante l’equilibrio di liquidi e la composizione chimica del sangue.
Per stabilire il livello di gravità dell’insufficienza renale, in genere, si tiene conto di due parametri fondamentali. Sotto il profilo fisiologico, viene monitorata la velocità del flusso di filtrazione glomerulare (in sigla noto come “GFR” o, secondo l’acronimo italiano, “VFG” che sta per “Velocità di Filtrazione Glomerulare”), ossia la rapidità con cui i glomeruli assolvono al loro compito di depurazione sanguigna (in un adulto, vengono filtrati circa centottanta litri di sangue al giorno). Sotto il profilo clinico, d’altra parte, quando è presente un’insufficienza renale, si evidenzieranno nel sangue elevati livelli di azotemia (per l’accumulo di residui del metabolismo proteico), di creatinina (prodotta dai muscoli, in seno al c.d. “catabolismo”) e delle altre sostanze, poco fa menzionate, le quali dovrebbero essere eliminate attraverso le vie urinarie.
Anche la c.d. “microematuria”, ossia la presenza di tracce di sangue nelle urine, o la c.d. “macroematuria”, ossia il colore violaceo di tutto il flusso urinario, se persistono per più di due esami consecutivi, devono essere attentamente tenute sotto controllo, poiché spesso sono indice di una nefropatia che, se non tempestivamente curata, può degenerare in vera e propria insufficienza renale.
La ridotta capacità di depurazione del sangue presenta sintomi ed evoluzione parzialmente diversi, a seconda che sia in corso un’insufficienza renale cronica ovvero acuta, come stiamo per vedere nel dettaglio.
E’ bene precisare fin da ora che, nonostante l’insufficienza renale, almeno nelle primissime fasi, normalmente non sia fonte, di per sé, di sintomi particolarmente fastidiosi, tanto che quella cronica, all’inizio, può passare perfino inosservata, qualora le disfunzioni si ripetano nel tempo o si accentuino in modo preoccupante, non si deve tardare nel sottoporsi a una visita da un nefrologo: solo modificando opportunamente il proprio stile di vita e/o le proprie abitudini alimentari, magari con ausilio anche di una terapia farmacologia, è in genere possibile evitare che l’insufficienza renale degeneri in forme talmente gravi da rendere indispensabile il ricorso alla dialisi (ossia a un meccanismo che permette lo svolgimento delle funzioni depurative da parte di un rene c.d. “artificiale”, che, come approfondito nella sedes materiae, può essere di diversi tipi, a seconda della specie di membrana utilizzata come filtro) o al trapianto di rene.
Vedi anche:
- Insufficienza renale cronica
- Insufficienza renale acuta
Vedi anche:
- Insufficienza renale cronica
- Insufficienza renale acuta
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