Anemia da carenza di vitamine e anemia perniciosa
Un’altra anemia di tipo carenziale è quella che dipende da un deficit di vitamine, gli altri elementi che, insieme al ferro, sono indispensabili per la produzione di una quantità normale di globuli rossi privi di anomalie. Queste forme di anemia sono solitamente ricomprese in un genus più ampio, quello delle anemie c.d. “megaloblastiche”, caratterizzate dalla produzione di eritrociti di dimensioni maggiori e, comunque, difformi sotto vari profili.
Le sostanze che mancano, nelle persone colpite dalla malattia di cui trattasi, sono l’acido folico e la vitamina B-12, le quali possono essere all’origine del problema o quando sono assunte, in genere tramite l’alimentazione, in modo insufficiente, oppure quando l’organismo (in special modo a livello intestinale) non riesce ad assimilarle come dovrebbe, magari quale effetto collaterale di determinati farmaci. Allorché la difficoltà di assimilazione riguardi la vitamina B-12, in particolare, è forte il rischio che si incorra nell’anemia perniciosa.
L’anemia perniciosa (definita anche “malattia di Addison-Biermer”) rappresenta circa i tre quarti dei casi di carenza della vitamina B-12 e si verifica ogni qual volta un’anemia megaloblastica risulta associata a certi tipi di gastrite cronica o ad altre forme di malattie autoimmunitarie (come il c.d. “morbo di Graves” e la c.d. “tiroidite di Hashimoto”). Si è stimato, in proposito, che nove pazienti colpiti da anemia perniciosa su dieci hanno nel sangue i c.d. “autoanticorpi anti-FI”, spesso in grado di attaccare e distruggere le cellule gastriche. In conseguenza di siffatta combinazione di patologie, seguendo meccanismi piuttosto complessi, si ha una disfunzione nel processo di sintesi del DNA e l’intestino non riesce ad assimilare correttamente la vitamina B-12 e/o la folina. Almeno nei Paesi industrializzati, è raro, invece, che la carenza di vitamina B-12 sia determinata da una dieta squilibrata, anche se è stata riscontrata tale evenienza in alcuni soggetti vegetariani.
Oltre al manifestarsi in modo piuttosto acuto dei sintomi tipici dell’anemia in generale, più caratteristici dell’anemia perniciosa sono un colore della pelle giallo limone, nonché un ingrigimento e un “invecchiamento” precoce dei capelli.
La terapia, per questi casi, in genere consiste nella somministrazione di preparati a base di acido folico e/o di vitamina B-12, spesso contenuti nelle stesse soluzioni (solitamente da assumere per via orale) consigliate per l’integrazione del ferro.
Per sconfiggere l’anemia perniciosa, tuttavia, a volte si rende necessario ricorrere all’intervento chirurgico: nei casi gravi, infatti, il rischio è non solo quello di una produzione di eritrociti anomali, ma anche quello di subire danni ai nervi e al cervello (con cui la vitamina B-12 ha interazione) talmente gravi da condurre alla demenza.
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