Depressione
di Nicolina Leone - E’ credenza popolare, molto diffusa che la depressione sia una malattia immaginaria dietro la quale nascondersi per evitare i problemi quotidiani.
Naturalmente solo chi non ha mai ( per sua fortuna ) sofferto, o, avuto a che fare con questo disturbo può esprimere una tale falsità.
Sfatiamo subito questo malinteso.
La depressione esiste, è ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Sanità, è oggetto di studio e di ricerche continue, ma, soprattutto è una malattia psicosomatica che produce effetti devastanti!
Chiunque afferma il contrario mente!
Chi, invece, soffre di tale patologia pensa di essere sottoposto ad un castigo divino, di stare scontando i peccati di non si sa chi e di essere un essere inutile.
Chiaramente pure questo è falso, anche se è comprensibile che il soggetto colpito faccia tali affermazioni.
Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta e perché la depressione è così diffusa.
Chi ne soffre la definisce “la bestia nera” e a ragion veduta.
Osserviamo l’evolversi del fenomeno con un esempio applicabile alla maggioranza dei casi.
Lucia è una donna semplice, colta, intelligente con una vita piena e senza particolari problemi, nell’insieme è soddisfatta, ha una bella casa, figli, marito, non le manca nulla.
Una mattina si sveglia e prova una leggera sensazione di disagio, si alza e non ci pensa più, durante la giornata quel senso di fastidio continua ad essere presente, latente ma presente…
Lucia lo ignora, passano i giorni, pur continuando nelle normali attività quotidiane incomincia ad incupirsi, diventa svogliata, inappetente e cerca di evitare il contatto con gli altri, ogni tanto ha uno scoppio d’ira seguito da una crisi di pianto.
Nessuno da peso alla cosa viene classificato come “un momentaccio”.
Con il passare delle settimane, però, la cosa si aggrava, Lucia non esce più di casa, marito e figli la infastidiscono, si sente sempre stanca, non riesce più ad assolvere i suoi doveri giornalieri e arriva il giorno che rifiuta di alzarsi dal letto!
A questo punto i familiari iniziano a preoccuparsi e a tentare di spingerla a reagire, pensando a tutto tranne che alla vera causa del comportamento anomalo di Lucia.
Si fa leva sui figli, sui doveri, sulle responsabilità, aumentando lo sconforto e il disagio della paziente che non sa spiegare esattamente cosa si sente, è confusa e ancor di più lo sono i parenti.
Si decide, quindi, di consultare il medico di famiglia, che, da esperto conoscitore della natura umana capisce subito di cosa si tratta: Lucia è depressa, fra la costernazione di tutti la diagnosi desta sorpresa, solo la paziente, in fondo al suo cuore non è meravigliata.
E’ l’inizio di un lungo calvario, un cammino irto di ostacoli e trappole, perché quando sembra che ci sia anche un piccolo miglioramento il buio ripiomba più nero che mai.
Questo esempio serve a dimostrare come la depressione colpisce chiunque senza distinzione di sesso, età o status sociale, in quanto si tratta di un disturbo dell’umore.
L’essere umano, nasce dotato di una grande flessibilità caratteriale che gli permette di adattarsi facilmente a varie circostanze, è in grado di affrontare situazioni impreviste e di reagire prontamente. Questo fino a quando le ghiandole che producono endorfine funzionano a dovere e soprattutto fino a quando i livelli di serotonina e dopamina sono stabili.
Questo è spiegabile a livello clinico, ma nella realtà le cose sono un po’ diverse, la depressione scaturisce da un evento particolare al quale magari non si fa caso sul momento, ma, che incide fortemente sulla personalità.
Tutti abbiamo sentito parlare di depressione post parto, è appurato che la neo mamma impaurita dalla responsabilità della nuova vita che dipende in modo assoluto da lei si possa sentire inadeguata e di conseguenza cadere in uno stato depressivo.
Così come troppe responsabilità sul lavoro, o una promozione rilevante, o un carico di impegni scolastici e extra scolastici possono provocare il disturbo anche in un bambino o adolescente.
I sintomi sono sempre gli stessi, in ogni caso, inappetenza, dimagrimento importante, svogliatezza, perdita di interesse per ciò che ci circonda e in molti casi tentativo di suicidio.
E’ compito di chi vive accanto al soggetto colpito provvedere prontamente al recupero del paziente.
E’ indispensabile il ricovero in una struttura adeguata in modo che il malato possa essere valutato e seguito da un’equipe specializzata.
Le terapie devono essere monitorate e aggiustate in corso d’opera al fine di trovare i giusti dosaggi e soprattutto le molecole adatte al caso, infatti, non tutti i pazienti depressi rispondono allo stesso modo alla terapia classica (antidepressivi triciclici desipramina, nortriptilina, maprotilina, clorimipramina, imipramina, amitriptilina, nortriptilina, oppure agonisti multisistemici venlafaxina, trazodone).
Queste molecole si associano agli stabilizzanti dell’umore ( litio, valproato, carbamazepina, oxcarbamazepina, gabapentin ).
Oltre ai farmaci è indispensabile il supporto psicologico dello psicoterapeuta e più che mai quello della famiglia.
Pertanto se vi accorgete che qualcun vicino a voi manifesta i sintomi descritti, che sia un familiare o un amico, non abbiate timore di esporvi ma offrite prontamente un saggio consiglio.
Infine un monito, la depressione si cura e con ottimi risultati, ma, un soggetto che è stato colpito dalla patologia in questione va comunque sempre “monitorato” la bestia nera è costantemente in agguato pronta a colpire i soggetti più sensibili.
Autore: Nicolina LeoneVedi tra gli articoli: Parx un videogame contro la depressione