La psicologia nella storia dei popoli ( parte terza )
I Maya
di Nicolina Leone - Prima era il nulla, poi fu il tutto… Hunab Ku o Farfalla Cosmica…
1500 a.C. in una zona molto ampia dell’America centrale, improvvisamente appare un popolo che lascerà tracce ed enigmi da risolvere fino, credo, alla fine dei tempi.
Hunab Ku è il dio che venerano un essere superiore che è madre e padre e quindi non ha un’identità sessuale definita, semplicemente E’, a loro ciò basta per dar vita ad una serie di eventi che ne faranno il popolo della memoria.
Il tempo trascorre lento nel mondo, le genti piano piano progrediscono, mentre i Maya pare abbiano già raggiunto un altissimo livello di conoscenza e sapere, edificano templi, fanno calcoli astronomici, introducono studi di medicina e approfondiscono i misteri della mente.
Quello che colpisce di più di questo popolo sono le loro profezie, ora, per spiegare esaurientemente la dinamica della loro comparsa e scomparsa servirebbero centinaia di pagine, quindi come sempre, mi limiterò ai punti salienti.
I loro studi erano principalmente basati sull’osservazione del “tempo”, credevano fermamente che il tempo non è come lo intendiamo noi oggi, scandito dal calendario con mesi, settimane, giorni e ore…
Il “loro tempo” è una dimensione astratta e nel frattempo fisica, che appare, si esaurisce e dopo un periodo di riposo riappare, è la Farfalla Cosmica, essa crea, da' vita e infine con l’esaurimento della stessa, vola via per poi tornare. Creano i loro calendari, contano il trascorrere del tempo, ma, in modo diverso…
Un concetto per noi “allucinante” ma che in qualche modo spiega, per chi è disposto a credere, eventi che non trovano altra soluzione...
Torniamo alle profezie, quella che ha avuto e ha maggior ridondanza riguarda il fatidico 21 Dicembre 2012, giorno in cui l’ultimo ciclo del tempo, secondo le loro misurazioni, si compie.
Quello su cui vorrei invitarvi a riflettere è l’impatto psicologico della “notizia”, e, quanto i Maya contassero su questo.
Dato per certo che essi avessero veramente previsto l’evoluzione umana, presupposti gli errori che avremmo commesso, avuto visione dei disastri ambientali e sociali dei quali ci saremmo macchiati, il pensiero non può che andare in un’unica direzione…
Questo popolo, saggio e profondo conoscitore della mente, avendo studiato a fondo le debolezze umane lancia una sfida, alle generazioni future che abiteranno la terra, che potremmo riassumere così:
“Ingrati ospiti della terra, avete avuto modo di godere dei frutti della natura, delle meraviglie che il pianeta vi ha generosamente messo a disposizione, invece di utilizzare tali risorse per il bene comune e il progresso della mente, presi da cupidigia e delirio di grandezza, avete distrutto e sconvolto le leggi della natura, portando voi stessi e il suolo che vi sostiene allo stremo, pertanto meritereste una severa punizione, ma, se riuscirete a ravvedervi, vi sarà concessa ancora una possibilità.”
E’ un riassunto brevissimo ed efficace su cui tutti riflettiamo, lo scopo dei Maya, in questo caso è stato raggiunto, filosofi, scienziati, psichiatri e psicologi, da quando è stata scoperta e studiata la civiltà Maya, hanno approfondito, cercato, esaminato ogni singola parola per trovare soluzione ai loro enigmi.
La soluzione, ovviamente è alla portata di tutti ed è spiegata dalla psicologia: siamo invitati ad approfondire le potenzialità del pensiero e a usarlo per il bene globale, mettendo da parte le necessità personali e dedicandoci a riequilibrare e ridistribuire le ricchezze che possediamo.
Sarebbe semplice se l’uomo fosse pronto a “pensare” seriamente!
I “grandi” della terra lo faranno mai? L’umanità è pronta ad occuparsi della collettività piuttosto che della soddisfazione di pochi?
Credo di no…