La salute in pillole

Pertosse

La pertosse è una malattia dell’apparato respiratorio che, pur non riguardando solamente i bambini, di solito colpisce in età scolare, con particolare incidenza nei periodi invernali e primaverili. La sua causa è un batterio, la cui tossina cagiona lesioni alla mucosa dei bronchi e dei bronchioli. Il contagio avviene non solo mediante il contatto diretto con il muco o la saliva del malato, ma anche con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o il semplice parlare. Per quanto concerne il periodo c.d. di “incubazione” della malattia, per riscontrare i primi sintomi (tosse leggera, starnuti, secrezione nasale) devono trascorrere dai sei ai venti giorni dal contagio (anche se è più frequente l’insorgenza dopo sette -dieci giorni). Solo dopo un paio di giorni può comparire un modesto rialzo febbrile e, comunque, la tosse si intensifica progressivamente, dapprima nelle ore notturne e, poi, anche nelle ore diurne. Dopo una decina di giorni, la tosse raggiunge il suo apice, fino a diventare convulsiva. Spesso è riscontrabile, nei momenti acuti, un caratteristico urlo inspiratorio e perfino conati di vomito durante le manifestazioni più violente di tosse.
Per quanto riguarda la terapia da seguire, la massima efficacia è raggiunta dagli antibiotici (in particolare appartenenti al gruppo dei “macrolidi”), ma solo nel caso in cui vengano prescritti e assunti alla prima comparsa dei sintomi (magari tenuto conto dell’alta probabilità di aver contratto la malattia per contagio): quando la tosse è ormai persistente, gli antibiotici sono sconsigliati. Qualora l’intensità della tosse sia considerevole, spesso sono indicati cortisonici, il salbutamolo (un farmaco che agisce contro lo spasmo bronchiale) e sedativi della tosse. Sicuramente possono alleviare i sintomi l’assunzione di sostanze come miele e pastiglie per la tosse e una corretta umidificazione dell'ambiente, evitando la presenza di agenti irritanti (si pensi al fumo, allo smog e alla polvere).
Per limitare i rischi di contagio, la legge italiana prevede che il bambino colpito da pertosse non possa tornare a scuola prima che siano trascorsi almeno sette giorni dall’inizio della terapia antibiotica o, comunque, dalla comparsa delle prime manifestazioni.
Dati i sintomi e le possibili complicanze non trascurabili (tra cui polmoniti, bronchiti e convulsioni) spesso si ricorre al vaccino anti-pertosse (di regola associato a quelli obbligatori contro il tetano e la difterite), che viene somministrato in tre dosi, all’età di tre mesi, cinque mesi e undici mesi con una dose di richiamo verso i cinque anni di età.
Il decorso della malattia è particolarmente lungo: solitamente si risolve nell’arco di sei – dieci settimane. E’ da segnalare che nei lattanti la sintomatologia è decisamente più pericolosa, tanto che gli accessi di tosse possono portare a crisi di apnea, cioè di mancanza di respiro, con cianosi e difficoltà ad alimentarsi.


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