Implantologia
I processi degenerativi che portano alla perdita dei denti, nonostante le moderne tecniche di profilassi e cure sono tanti, partendo da una semplice carie fino ad arrivare ai casi gravi come la parodontite, non sempre è possibile salvarli.
In questi casi, una branca dell’odontoiatria, l’implantologia, ha soluzioni diversificate per sostenere le esigenze dell’utente.
Questa scienza consente di sostituire i denti che mancano e salvare quelli sani usandoli come supporto, per una piccola protesi, o per una totale, e permette di agire a livello osseo senza compromettere i tessuti molli.
Spesso mi capita di cogliere conversazioni dove il processo di implantologia viene descritto come qualcosa di futuristico, eccezionale, risolutivo e alla portata di tutti.
Spiacente, ma bisogna tenere conto di alcune variabili, siamo sulla Terra e non sull’Enterprise, questa è la vita e non Star Trek e per quanto la ricerca abbia fatto passi da gigante, non siamo ancora arrivati ai confini della realtà.
Ci vogliono precisi requisiti per ottenere dei buoni risultati finali.
Non è possibile sottoporsi al trattamento in presenza di:
- Stato di stress psicologico
- Gravidanza
- Assunzione di farmaci anticoagulanti e immunodepressori
- Anemia
- Diabete
- Osteoporosi avanzata
- Età inferiore a 20 anni
- Età superiore a 75 anni
In tutti gli altri casi se vi è una buona disponibilità delle ossa mascellari per lunghezza, altezza, larghezza e anatomia si può procedere.
Questi dati sono sensibili a varianti che dipendono da età, stato di salute generale e sesso.
Per iniziare il trattamento lo specialista si dedicherà ad una profonda anamnesi del paziente eseguendo un esame intraorale, una panoramica dentale, tac, radiografie endorali, oltre a richiedere un esame del sangue completo e test allergici.
Lo scopo principale dell’impianto è quello di ottenere una perfetta aderenza e integrazione del supporto in titanio con l’osso mascellare. Si usa il titanio in quanto è uno dei metalli puri privi di sostanze che possono provocare allergie e rigetto. Inoltre a contatto con l’osso facilita il processo di osteointegrazione.
Fissato l’impianto si ricopre con una speciale ceramica fatta di fosfati di calcio che interagiscono con il sistema scheletrico in quanto composta dagli stessi elementi, ciò facilita uno scambio di sostanze che favorisce la rigenerazione ossea.
Per ogni impianto occorrono 30 minuti circa, non è assolutamente doloroso e anche il decorso post operatorio è semplice, verranno prescritti antibiotici a largo spettro da assumere per una settimana fino al primo controllo.
Un intervento di implantologia può essere a Carico Immediato o a Carico Differito.
Il primo caso comprende l’inserimento della vite e relativa copertura, nel secondo caso l’intervento è suddiviso in due fasi e periodi diversi, prima si procede all’innesto del perno, a distanza di 2/3 mesi si applica la protesi finale.
La differenza dei due processi dipende dallo stato delle ossa del paziente, se esse sono in perfette condizioni si applica il Carico Immediato, qualora vi sia la necessità di monitorare l’osteointegrazione si adotterà il Carico Differito.
Questi dati si riferiscono ad impianti singoli che possono essere di numero variabile da uno fino a 10. Per l’applicazione di una protesi intera, superiore e inferiore si procede al’intervento “tutto su quattro” ovvero si fissano i quattro punti essenziali che serviranno da ancoraggio per la dentiera.
La scienza in questo campo ha fatto grandi passi, non servono punti di sutura, sono escluse possibilità di allergie e il decorso post operatorio è brevissimo.
Unico accorgimento è l’assunzione di osteointegratori per un periodo di sei mesi.
Qualora si decidesse di affrontare l’intervento di implantologia è bene rivolgersi a cliniche specializzate, in grado di offrire tutta l’assistenza necessaria pre e post operatoria, creando così un rapporto di fiducia con tutto lo staff che si occuperà dell’intervento.
Autore: Nicolina Leone