PERCHÉ SIAMO SEMPRE PIÙ AGGRESSIVI SUI SOCIAL NETWORK?
26 giu. (Laura Tirloni)
Di Laura Tirloni Ai loro albori, i social network erano stati concepiti come un modo per mantenere i contatti con la propria rete di amici (pensiamo a Facebook) o per ampliare la sfera di conoscenze, entrando in contatto con sempre nuove persone. Lo scopo, era, e in parte rimane, quello di condividere idee, opinioni, informazioni ed esperienze e confrontarsi su di esse. Negli anni, tuttavia, si è sempre più assistito ad un imbarbarimento e a una degenerazione nelle modalità di confronto tra il popolo di internet, con un'escalation inarrestabile di aggressività e distruttività, che ormai è pane quotidiano nei rapporti virtuali. Non sembrano più esserci opinioni, infatti, ma solo certezze. Non più idee, ma fedi, espresse da tifosi faziosi di qualche posizione, che non concede repliche, laddove l'intollerante di turno è sempre l'altro. Gli scontri tra tifoserie, sono all'ordine del giorno, facilitati dal filtro offerto dai social network. Questo il panorama delle interazione virtuali ad oggi.
E allora è d'obbligo domandarsi: cosa succede on-line che fa la differenza rispetto alle relazioni “dal vivo”?
Innanzitutto,
la sensazione di maggior anonimato offerta dalla rete e dal filtro
del computer o di altro dispositivo, favorisce un atteggiamento
maggiormente disinibito e libero. Allo stesso tempo, la ricerca di
apprezzamento e di “like”, può portare alcuni ad utilizzare più
facilmente toni particolarmente accesi e denigratori per esprimere il
proprio pensiero, nel tentativo di attirare l'attenzione su di sé e
ottenere maggiore consenso da parte degli altri. In rete, tuttavia,
le interazioni sono aperte e in molti contemporaneamente possono
intervenire ad una “conversazione” e quindi sentirsi chiamati in
causa a farlo con altrettanta libertà e durezza o fraintendere il
contenuto e l'intenzione di un messaggio. Chi scrive, allo stesso
tempo, può sentirsi esposto alle critiche esterne e minacciato dagli
attacchi altrui e quindi assumere un atteggiamento aggressivo, a
scopo difensivo. Una sorta di giungla virtuale, dunque, dove va in
scena una vera e propria lotta per la sopravvivenza del più forte, alimentata dalla costante ricerca di visibilità, attestata dai 'like'.
Se ci facciamo caso, infatti, una discussione su Facebook degenera con una facilità decisamente superiore rispetto alla stessa, che avviene tra persone che si vedono e che comunicano anche in altra maniera oltre a quella scritta. Dal vivo, leggendo anche i messaggi non verbali della comunicazione (espressione facciale, tono della voce, gesticolazione ecc) è in generale più difficile fraintendere un messaggio e comunque si tende più facilmente ad assumere un atteggiamento 'politically correct 'e più misurato.
L'alternativa a tutto questo probabilmente risiede solo nella volontà di sottrarsi a queste dinamiche involutive, evitando di alimentarle e cercando di reinvestire maggiormente sulle relazioni reali, con persone che ci sono amiche. (Psicologa Clinica) |
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