La salute in pillole

E' POSSIBILE AVERE AMICI SUL POSTO DI LAVORO?

   
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13 nov. (Laura Tirloni)










Di Laura Tirloni


Passiamo più tempo con i colleghi sul lavoro che con i nostri amici e familiari, ma siamo davvero in grado di farci degli amici sul posto di lavoro? O meglio, il posto di lavoro è un luogo in cui è possibile costruire e mantenere dei rapporti di amicizia?



Una domanda più attuale che mai in tempi di spiccato individualismo, narcisismo e forte competitività. Secondo lo psicologo Adam Grant, docente alla Wharton School, è sempre più difficile avere amici intimi sul lavoro e gli Stati Uniti ne sono l'esempio più evidente. Tra gli anni '80 e gli anni duemila, la percentuale di soggetti che riferiscono di avere un buon amico sul lavoro è scesa a meno di un terzo, e in Gran Bretagna, le cose non vanno meglio, considerando che il 42% degli intervistati afferma di non avere amici tra i colleghi.



Rispetto al passato, afferma Grant, il luogo di lavoro si è sempre più trasformato in un contesto in cui siamo essenzialmente chiamati ad eseguire, ad essere produttivi, piuttosto che a stabilire rapporti umani, senza considerare il fatto che oggi è piuttosto raro lavorare nello stesso posto a vita e quindi, anche i colleghi sono destinati a cambiare.



Questo aspetto di precarietà, di transitorietà e di iper-efficienza, oltre allo sviluppo del lavoro da casa, fa sì che siamo tutti troppo impegnati per investire sui rapporti umani.



In uno scenario di sempre maggior precarietà e flessibilità, perché mai coltivare l'amicizia col nostro vicino di scrivania se fra un mese potrebbe essere sostituito o se potremmo presto esserlo noi? Ciò non sarebbe così grave se non passassimo gran parte del nostro tempo proprio sul posto di lavoro e se di conseguenza non avessimo così poco tempo da dedicare alle amicizie fuori dal contesto lavorativo.



Sicuramente, la logica del posto di lavoro è esattamente opposta a quella dell’amicizia. Mentre in ufficio, il nostro valore si misura in base al contributo pratico che siamo in grado di dare, nell'amicizia il nostro valore non è misurabile ed è basato sull'esserci.



Sul lavoro, la scarsa efficienza dell'uno può ricadere sull'altro, e l'errore di uno può ripercuotersi sui colleghi e questo crea inevitabili tensioni che mal si conciliano con un rapporto di amicizia.



Le ricerche psicologiche suggeriscono, tuttavia, che le persone che hanno più amicizie al lavoro tendono ad accumulare meno giorni di malattia e si sentono più realizzate.



Come uscire dunque da questo 'empasse'? Sforzandoci di considerare che anche il collega che ci irrita perché magari parla troppo forte o perché è troppo curioso, rappresenta comunque una risorsa umana e affettiva con la quale, se solo ci investissimo di più, potremmo instaurare un rapporto di maggior complicità che ci aiuterebbe ad essere più appagati all'interno della nostra sfera lavorativa.




Dott.ssa Laura Tirloni
Psicologa-Psicoterapeuta
[email protected]





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