Ipertensione
di Barbara L.G. Sordi
Che cos'è?
L'ipertensione è un aumento costante nel tempo della pressione arteriosa sistemica (o pressione sanguigna) nel sistema circolatorio, cioè la pressione che il nostro sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni al suo passaggio. La pressione arteriosa (o PA) non è infatti costante e sempre la stessa durante il percorso nell'apparato vascolare, tende ad esempio a diminuire in prossimità dal ventricolo sinistro del cuore fino ai vasi più sottili, come le arteriole. Generalmente quando si parla di ipertensione si parla di aumento della pressione sistolica (più comunemente detta la “massima) o della pressione diastolica (o “minima). La pressione sistolica è dunque quella rilevata in fase di cosiddetta sistole, cioè quando il cuore si contrae (sistole significa proprio contrazione) ed il sangue viene pompato verso l'aorta e i polmoni, per poter essere così ossigenato e mandato in circolo per nutrire gli altri organi. La fase contraria è quella della diastole, in cui il muscolo cardiaco si rilassa e il sangue fluisce nuovamente dall'atrio nel ventricolo sinistro attraverso la valvola mitrale. In questa fase la pressione è minore appunto.
Quali sono i valori della pressione?
I parametri che stabiliscono i valori di pressione minima e massima, classificandoli da ottimali sino a quelli critici dell'ipertensione sono riuniti in linee guida stilate dall' OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I valori numerici si ottengono dividendo il quantitativo di sangue per l'area della parete su cui preme, si esprime in mmHg. Si può misurare con un apparecchio, lo sfigmomanometro.La pressione ottimale è quella in cui la minima è <80 e la massima <120, mano a mano che questi valori si alzano si arriva all'ipertensione. Una ipertensione lieve è quella in cui i valori della minima sono tra 90-99 e la massima tra 140-159; una ipertensione moderata ha minima tra 100-109 e massima tra 160-179; infine l'ipertensione grave è quella in cui la minima è >110 e la maggiore è >180. Bisogna tenere presente che le linee guida sono indicative, si deve tenere infatti anche conto del sesso e dell'età del paziente. La pressione tende infatti ad aumentare con l'età, in una persona anziana è da considerarsi come normale una pressione sistolica (massima) di 140/150 mmHg.
Quali sono le cause?
L'ipertensione innanzitutto può essere di due tipi.
Ipertensione primitiva (o essenziale o idiopatica), che non ha una causa precisa e che viene curata sintomaticamente, senza poter agire all'origine. Spesso provoca cardiopatie che possono essere mortali.
Ipertensione secondaria per cui l'ipertensione è sintomo di altre patologie e generalmente si tende a trattarla curando le patologie che l'hanno provocata.Tra le cause principali di questo tipo di ipertensione possono esserci complicazioni renali (come stenosi dell'arteria renale oppure disfunzioni a livello di omeostasi che possono provocare aumento del volume di sangue), malattie cardiache congenite, trattamenti farmacologici particolari (cortisonici, contraccettivi orali), disfunzioni endocrine (iperparatiroidismo, diabete). Alla base di molte patologie che provocano ipertensione (escluse dunque le cause farmacologiche) ci sono anche le cattive abitudini e stili di vita, come l'abuso di alcool e fumo, una dieta troppo ricca di grassi saturi o la mancanza di attività fisica regolare. Spesso sono le cattive abitudini a causare gravi patologie, altre volte se associate a patologie congenite (come il diabete di tipo I) possono diventare una bomba ad orologeria vera e propria.
Quali sono gli effetti?
L'ipertensione non va assolutamente sottovalutata, perché a lungo termine può provocare grossi problemi in organi vitali come cuore, cervello, reni, vasi arteriosi, retina.Nel caso del cuore un aumento di flusso sanguigno significa un aumento di volume del ventricolo sinistro, creando scompensi emodinamici che possono sfociare in episodi drammatici di ischemia cardiaca e morte cardiaca improvvisa.Nel cervello invece può portare a microaneurismi e aneurismi, ischemie, sclerosi dei vasi sanguigni, con sintomi come mal di testa o vertigini.Per quel che riguarda la retina l'aumento di pressione provoca ischemie, microaneurismi, dilatazioni capillari e sclerosi dell'arteria, diminuendo la capacità o acutezza visiva (o visus).A livello di reni si può arrivare ad insufficienza renale.Naturalmente anche il sistema sanguigno può venire gravemente danneggiato, proprio dalla formazione di microaneurismi e aterosclerosi.
Quali sono le cure?
Innanzitutto, oltre a terapie farmacologiche mirate (antipertensivi), è veramente fondamentale migliorare il proprio stile di vita. Non va assolutamente sottovalutata, perché è una tra le cause principali di mortalità a livello mondiale, insieme con la malnutrizione e il fumo.
Che cos'è?
L'ipertensione è un aumento costante nel tempo della pressione arteriosa sistemica (o pressione sanguigna) nel sistema circolatorio, cioè la pressione che il nostro sangue esercita sulle pareti dei vasi sanguigni al suo passaggio. La pressione arteriosa (o PA) non è infatti costante e sempre la stessa durante il percorso nell'apparato vascolare, tende ad esempio a diminuire in prossimità dal ventricolo sinistro del cuore fino ai vasi più sottili, come le arteriole. Generalmente quando si parla di ipertensione si parla di aumento della pressione sistolica (più comunemente detta la “massima) o della pressione diastolica (o “minima). La pressione sistolica è dunque quella rilevata in fase di cosiddetta sistole, cioè quando il cuore si contrae (sistole significa proprio contrazione) ed il sangue viene pompato verso l'aorta e i polmoni, per poter essere così ossigenato e mandato in circolo per nutrire gli altri organi. La fase contraria è quella della diastole, in cui il muscolo cardiaco si rilassa e il sangue fluisce nuovamente dall'atrio nel ventricolo sinistro attraverso la valvola mitrale. In questa fase la pressione è minore appunto.
Quali sono i valori della pressione?
I parametri che stabiliscono i valori di pressione minima e massima, classificandoli da ottimali sino a quelli critici dell'ipertensione sono riuniti in linee guida stilate dall' OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). I valori numerici si ottengono dividendo il quantitativo di sangue per l'area della parete su cui preme, si esprime in mmHg. Si può misurare con un apparecchio, lo sfigmomanometro.La pressione ottimale è quella in cui la minima è <80 e la massima <120, mano a mano che questi valori si alzano si arriva all'ipertensione. Una ipertensione lieve è quella in cui i valori della minima sono tra 90-99 e la massima tra 140-159; una ipertensione moderata ha minima tra 100-109 e massima tra 160-179; infine l'ipertensione grave è quella in cui la minima è >110 e la maggiore è >180. Bisogna tenere presente che le linee guida sono indicative, si deve tenere infatti anche conto del sesso e dell'età del paziente. La pressione tende infatti ad aumentare con l'età, in una persona anziana è da considerarsi come normale una pressione sistolica (massima) di 140/150 mmHg.
Quali sono le cause?
L'ipertensione innanzitutto può essere di due tipi.
Ipertensione primitiva (o essenziale o idiopatica), che non ha una causa precisa e che viene curata sintomaticamente, senza poter agire all'origine. Spesso provoca cardiopatie che possono essere mortali.
Ipertensione secondaria per cui l'ipertensione è sintomo di altre patologie e generalmente si tende a trattarla curando le patologie che l'hanno provocata.Tra le cause principali di questo tipo di ipertensione possono esserci complicazioni renali (come stenosi dell'arteria renale oppure disfunzioni a livello di omeostasi che possono provocare aumento del volume di sangue), malattie cardiache congenite, trattamenti farmacologici particolari (cortisonici, contraccettivi orali), disfunzioni endocrine (iperparatiroidismo, diabete). Alla base di molte patologie che provocano ipertensione (escluse dunque le cause farmacologiche) ci sono anche le cattive abitudini e stili di vita, come l'abuso di alcool e fumo, una dieta troppo ricca di grassi saturi o la mancanza di attività fisica regolare. Spesso sono le cattive abitudini a causare gravi patologie, altre volte se associate a patologie congenite (come il diabete di tipo I) possono diventare una bomba ad orologeria vera e propria.
Quali sono gli effetti?
L'ipertensione non va assolutamente sottovalutata, perché a lungo termine può provocare grossi problemi in organi vitali come cuore, cervello, reni, vasi arteriosi, retina.Nel caso del cuore un aumento di flusso sanguigno significa un aumento di volume del ventricolo sinistro, creando scompensi emodinamici che possono sfociare in episodi drammatici di ischemia cardiaca e morte cardiaca improvvisa.Nel cervello invece può portare a microaneurismi e aneurismi, ischemie, sclerosi dei vasi sanguigni, con sintomi come mal di testa o vertigini.Per quel che riguarda la retina l'aumento di pressione provoca ischemie, microaneurismi, dilatazioni capillari e sclerosi dell'arteria, diminuendo la capacità o acutezza visiva (o visus).A livello di reni si può arrivare ad insufficienza renale.Naturalmente anche il sistema sanguigno può venire gravemente danneggiato, proprio dalla formazione di microaneurismi e aterosclerosi.
Quali sono le cure?
Innanzitutto, oltre a terapie farmacologiche mirate (antipertensivi), è veramente fondamentale migliorare il proprio stile di vita. Non va assolutamente sottovalutata, perché è una tra le cause principali di mortalità a livello mondiale, insieme con la malnutrizione e il fumo.
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