Infarto miocardico acuto
Che cosa è l'infarto?
Tra le cardiopatie più conosciute, e
più temute, il posto d'onore va certamente
all'infarto, o più correttamente
infarto miocardico acuto o infarto del miocardio
acuto (IMA). Infarto, va precisato, è un
termine generico che indica la necrosi di tessuto per
mancata ossigenazione causata da gravi deficit del
flusso sanguigno (ischemia), per ostruzione
oppure per stenosi (indurimento) delle
arterie. Esistono diversi tipi di infarto, oltre al più
noto IMA, tra cui quello al cervello, al fegato, ai polmoni e
all'intestino. Essendo l'infarto al miocardio la forma più
diffusa e più conosciuta, quando si parla di infarto in
generale ci si riferisce a quest'ultimo. Anche se deve
contendersi il palma res delle morti nella
civiltà occidentale, insieme con quello al cervello, che
provoca nell'80% dei casi ictus. Queste due forme sono più
diffuse e frequenti perché i due organi sono ossigenati in
modo esclusivo da un'arteria principale, mentre nel caso degli
altri organi l'afflusso sanguigno avviene attraverso un sistema
di arterie e vene, quindi difficilmente si può verificare
una grave mancanza di ossigenazione.
I generale si tratta di una sindrome (acuta) in
quanto varie patologie concorrono a creare un preciso "status
quo" ed è classificato come cardiopatia
coronarica o sindrome coronarica acuta
perché coinvolge le arterie coronariche del
cuore.L'infarto del miocardio dunque è tecnicamente la
necrosi (o morte) di tessuto
miocardico, cioè il tessuto muscolare che
costituisce la gran parte del nostro cuore. La mancata
ossigenazione produce tessuto necrotico, che
viene riassorbito dall'organismo ma non sostituito con tessuto
sano, al suo posto compare invece una vera e propria
cicatrice, costituita da tessuto connettivo
fibroso. Una sorta di toppa che però non e più in
grado di contrarsi e pulsare come il tessuto miocardico
originario.
Quali sono le cause?
Causa diretta è l'ostruzione dell'arteria
coronarica, parziale o totale, oppure la sua
stenosi, che impediscono il passaggio di
ossigeno al cuore. Proprio la mancata ossigenazione, se protratta
per oltre 40 minuti, può provocare l'infarto e dunque
l'evento necrotizzante. La causa principale di ostruzione delle
coronarie e stenosi è l'aterosclerosi,
una patologia che provoca il deposito di grassi saturi, che con
il tempo aggregandosi a piastrine e fibrina formano la cosiddetta
placca aterosclerotica. La placca depositata
finisce con il formare i trombi, dai quali possono staccarsi
delle piccole parti (emboli), anch'essi causa di ostruzioni.Oltre
all'aterosclerosi gli infarti miocardici possono essere causati
da angina variante (spasmo delle arterie coronariche
subpericardiche) e da malattia microvascolare, o sindrome X
cardiaca, malattia rara e poco conosciuta, che comporta gravi
disfunzioni nel microcircolo.
Quali sono i sintomi?
Quando sopravviene un infarto chi ne è colpito avverte
un dolore intenso nella zona dello sterno della durata di circa
30-40 minuti, sudorazione fredda e senso di angoscia o morte
imminente. Generalmente il dolore si irradia verso spalla e arto
superiore sinistro; ma anche cervicale, mandibola, gomito e
polsi, tutti meno frequenti ma comunque possibili. Riuscire a
interpretare correttamente i sintomi può aiutare a
intervenire tempestivamente e contenere i danni.Spesso
però il dolore (principale campanello di allarme di un
infarto imminente) non si concentra nella zona dello sterno, ma
può essere avvertito più in basso, nella zona
epigastrica, tanto da essere scambiato per un mal di stomaco.
Oltre ai sintomi maggiori, si possono manifestare una serie di
sintomi minori: nausea, vomito e astenia.
Chi è maggiormente a rischio?
L'IMA colpisce soprattutto nel mondo occidentale, sicuramente
per lo stile di vita più sregolato, con un incidenza di
300 casi ogni 100.000 abitanti (Italia compresa); mentre è
molto più bassa nelle regioni africane sub-sahariane
(60/100.000) o Indiane (186/100.000), a confermare l'importanza
di un'alimentazione meno ricca di grassi saturi e alcool. Anche i
fattori sesso ed età hanno molto peso nelle statistiche,
gli infarti miocardici acuti sono più frequenti negli
uomini sino ai 60 anni, da due a quattro volte in più
rispetto alle donne; dopo i 60, ma anche con il sopravvenire
della menopausa, il rapporto diventa quasi uguale. Oltre allo
stile di vita, sono decisivi anche patologie congenite o
acquisite come malattie metaboliche congenite, diabete mellito,
ipotiroidismo, cardiomiopatia ipertrofica, dislipidemia
familiare.
Quali sono le tearapie?
Alle prime avvisaglie dei sintomi si interviene con il
trattamento cosiddetto MANO (acronimo di Morfina, Aspirina,
Nitrati e Ossigeno), per cercare di contenere i danni. Una volta
ospedalizzati i medici procedono con il ripristino delle arterie
coinvolte, tramite angioplastica coronarica (con o senza
inserimento di stent, tubicini in rete metallica, per
aprire le arterie) oppure con tromboaspirazione
(aspirazione dei trombi).