La salute in pillole

Allergie alimentari

di Barbara L.G. Sordi

Che sono le allergie alimentari?

Le allergie alimentari sono delle reazioni patologiche a determinati alimenti, che provocano reazioni allergizzanti, spesso molto gravi (addirittura fatali), e che si comportano dunque da allergeni. Si parla anche di allergia alimentare di tipo I. È importante distinguere l'allergia dall'intolleranza, quest'ultima infatti è molto simile alla prima, ed è infatti detta anche allergia alimentare di tipo III. La differenza è che quest'ultima non produce delle reazioni realmente allergiche, non c'è produzione di immunoglobuline E (causa della reazione allergica e di tutti i sintomi, anche gravi, associati), bensì solo malassorbimento dei nutrienti non tollerati con dolori intestinali e addominali. L'allergia alimentare di tipo I si manifesta immediatamente dopo l'assunzione di allergene, mentre l'intolleranza tende a manifestarsi dopo parecchie ore. Inoltre l'intolleranza non ha conseguenze fatali, come invece l'allergia.L'allergia insorge generalmente in età infantile, già nella fase di svezzamento dal latte materno. Spesso infatti si tende a ritardare l'assunzione di alcuni cibi (come latte vaccino, uova o fragole) per evitare reazioni, e lasciare all'organismo in fase di crescita la possibilità di crearsi un sistema di difesa.L'allergia alimentare potrebbe essere almeno in parte trasmessa geneticamente, quindi se si hanno genitori allergici è altamente probabile che si sviluppi.

Quali sono le cause?

Innanzitutto il processo che scatena la reazione allergica è quello comune a tutte le altre allergie, cioè l'attacco da parte di allergeni che portano l'organismo a produrre anticorpi, le immunoglobuline E (IgE) in eccesso, che scatenano il rilascio di istamine ed altre sostanze che intossicano e irritano l'organismo. A causare allergie possono essere un numero veramente considerevole di alimenti, se ne contano addirittura 6.000. Tra i maggiormente a rischio di allergia sono: uova, latte e derivati, sesamo, pesce e crostacei, arachidi e noci, ciliegie, gamberi e vongole.A provocare una reazione allergica sarebbe la  soppressione dei normali meccanismi di tolleranza immunologica alle proteine di certi alimenti (lattosio, albumina), ingerite con il cibo. Esistono però allergie anche a sostanze chimiche usate nell'alimentazione, come ad esempio i coloranti, alcuni esaltatori di sapidità come il glutammato di sodio e preservanti.

La gravità di alcune forme di allergia alimentare è tale che venne emesso anche un decreto legislativo (n.216 del 2006) con l'obbligo, per chi produce, industrialmente e artigianalmente prodotti alimentari, di riportare sull'etichetta, o sui cartellini indicanti gli ingredienti usati, la presenza di eventuali alimenti allergizzanti. Perché spesso pur non contenendo un certo allergene, potrebbero esserne venuti a contatto durante la lavorazione, semplicemente perché nella stessa azienda o laboratorio si producono alimenti con quell'allergene. Caso emblematico sono i biscotti o i cerali da colazione, sulle cui confezioni molto spesso compare la dicitura "potrebbe contenere tracce di noci perché prodotto in stabilimenti che ne fanno uso".

Quali sono i sintomi?

I sintomi che si possono manifestare sono vari, trai i più frequentemente osservati sono: prurito in bocca e nella faringe, ingrossamento della laringe (angioedema), tosse secca, dispnea, asma bronchiale, dermatiti da contatto e orticaria. Purtroppo esistono delle reazioni estremamente severe che possono concludersi con la morte, il cosiddetto shock anafilattico, che si presenta con edema laringeo severo, broncospasmo irreversibile, ipotensione resistete ai trattamenti (shock). Che possono presentarsi singolarmente o in combinazione di due o più sintomi. A volte si possono presentare anche emicrania, insonnia, ansia, nausea, vomito, diarrea o stitichezza.

Qual è la prevenzione?

Il primo consiglio è naturalmente quello di evitare assolutamente i cibi allergizzanti (con la cosiddettadieta di evitamento), perché in mancanza di un intervento rapido ed immediato le conseguenze potrebbero essere mortali. Oltre alla dieta di evitamento è utile il counselling dietetico, ossia istruire riguardo agli allergeni e cercare di mantenere una dieta bilanciata il più possibile.

Quali sono le terapie?

Sempre nell'ambito delle diete è utile a livello terapeutico la cosiddetta manipolazione dietetica, in caso di allergia leggera o pseudoallergia. Consiste nel seguire prima una dieta di eliminazione e poi dalla reintroduzione ogni tre giorni di un nuovo alimento.Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, l'uso di steroidi predomina nella fase acuta delle manifestazioni allergiche. Sono infatti  i farmaci più efficaci sui sintomi dell'allergia alimentare e in generale sull'infiammazione, ma hanno effetti collaterali piuttosto dannosi specie nell'uso prolungato. Si impiegano anche i classici antistaminici, che vengono usati sia nella fase di mantenimento sia nelle fasi acute. Gli antileucotrienici, che hanno indicazione nella manifestazioni allergiche polmonari, e il loro uso nelle allergie alimentari è ancora sperimentale.Infine si utilizza il cromoglicato di sodio o DSCG o Cromolyn nei pazienti con sintomi gastrointestinali, per evitare la recidività dei sintomi.

Oltre alle terapie in caso di manifestazione e per prevenzione di eventi allergici, è molto importante che chi soffre di  allergia alimentare di tipo I abbiano sempre con sé un kit di emergenza antiallergico, da usare in caso di emergenza. Il kit deve contenere un auto-iniettore di adrenalina, antistaminici e steroidi iniettabili, utile anche una segnalazione nei propri documenti del tipo di allergia.

Quali sono i mezzi per la diagnosi?

Il mezzo di diagnosi più semplice è quello di utilizzare test di reazione e sensibilità a determinati allergeni, così da individuare quelli a rischio grazie alle reazioni cutanee (rush). Tra i più diffusi il prick test, il patch test, il prick by prick. L'attendibilità però necessita si essere confermata da ulteriori esami e prove, come gli esami sierologici e la prova di scatenamento orale, ossia la somministrazione via bocca di allergeni, da soli o uniti ad altri alimenti innocui (placebo), anche sotto forma di pastiglie. Quest'ultimo test deve essere sempre eseguito da medici, poiché potrebbe scatenare uno shock anafilattico mortale.



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